Informazioni
Questa chiesetta è la più antica nel nostro comune, ma anche la più antica del Veneto, la quale era la meta di venerazione da parte degli abitanti. La posizione dell’edificio sacro è proprio nella strada vecchia (quella che collegava Ceneda a Valdobbiadene).
Sia la data di costruzione sia quella di distruzione sono avvolte nel mistero.
Molte storie si aggirano su questa chiesa: secondo una tesi popolare la distruzione di questa avvenne per opera di Re Matruk (re o duca di Ceneda), secondo altri sarebbe stata distrutta nel corso di una battaglia accaduta tra Re Matruk e il Conte Brandolini, un’altra tesi afferma che sarebbe stati gli abitanti di fratta a prendere la pala di s. Martino per portarla nell’omonima chiesa nel loro paese e da quel momento l’edificio sarebbe decaduto. La prima notizia (indiretta) sulla chiesa è datata 1261 (divisione dei beni fra Guecellone e Biaquino da Camino).
Alla fine del 1392 il Catasto dei beni di S. Maria di Lago designa la nostra chiesetta come tempio di un monastero, così anche nel 1400 (catasto di S. Maria di Follina). Nulla sappiamo però sull’ordine monastico di appartenenza, ma con certezza conosciamo che erano monache. In una mappa di Lago eseguita dal Vescovo Barisoni (1653/67) l’edificio appare ancora anche se ormai ridota in rudini. L’edificio non appare più nelle carte dal 1668.
Era ben visibile il muro a monte per un altezza di 3 metri, un troncone dell’abside a monte, il pavimento si presenta integro solamente in una limitata area, con queste condizioni fu facile ricostruire l’intero perimetro murario. All’interno vennero ritrovati 5 crani, davanti alla chiesa numerosi frammenti d’ossa umane, frammenti di ceramica, sopra le tombe due monetine Carraresi, ed altri frammenti (come vetro, ferro, catene, chiodi....).
L’area che circoscrive questa chiesetta ora è in fase di riqualificazione.